Carissimi tutti,
è ormai proverbiale la mia propensione alla scrittura di numerose e abbondanti circolari: io stesso, nel corso di questi anni, ci ho scherzato su volentieri, anche per alleggerire i tanti momenti di stress e difficoltà dovuti ai più disparati motivi. Ma stavolta è diverso. E’assai più dura.

Questa comunicazione non viene fuori con la consueta facilità e ci ho messo giorni per completarla.

Come forse avrete già saputo, infatti, dal primo settembre dirigerò un Istituto della mia città, Viterbo. Una decisione difficile, contrastata, maturata all’ultimo giorno delle procedure di mobilità e dettata da esigenze familiari che, purtroppo, nel corso dell’ultimo anno, si sono inaspettatamente aggravate. Una decisione dolorosa e che contiene mille sfumature e valutazioni che, credetemi, la hanno resa ancora più complicata e tormentata. Ed è facile capire il perché di questi tentennamenti, visto che su un piatto della bilancia c’eravate voi. Quando parlo al plurale di questa comunità i miei sentimenti più profondi si agitano insieme ai ricordi che li hanno generati e nutriti. Rispolverare il celebre motto evangelico “ero forestiero e mi avete accolto” non rende pienamente giustizia al calore e alla vicinanza che ho sentito in questi tre anni, fin dal primo contatto (me la ricordo bene quella telefonata a Scuola a fine agosto del 2019…).
Poi è arrivata il Coronavirus, che all’inizio sembrava poter spazzare via tutto, riprogrammando i nostri tempi, le nostre certezze e, soprattutto, i nostri caratteri. Ma la bella comunità che siete si è vista proprio qui, facendo diventare emozionante questa complessa esperienza. I Dirigenti Scolastici sono proverbialmente soli nel loro ruolo e non si può dire che ciò non sia vero, ma, per me, non è stato così: ho dovuto imparare tanto e mettermi continuamente in discussione, affrontando problemi piccoli e grandi e una situazione, la pandemia, che non ha avuto eguali nella nostra storia recente; talvolta ho perfino pianto, di fronte a situazioni che pensavo irrisolvibili, ma poi “voi” mi avete aiutato sempre, accogliendomi senza pregiudizi, consolandomi, sostenendomi ed affiancandomi, perdonando anche eventuali errori.

Ci vorrebbe un verbo che esprime più di “ringraziare”, ma ognuno di voi saprà declinarlo in relazione alle emozioni genuine che abbiamo vissuto. Sapete che, da questo punto di vista, non mi sono risparmiato, parlando con tutti, lasciando sempre le porte aperte, girando per le sezioni e la classi, cercando di non trascurare nessuna realtà e mettendoci dentro tutta l’umanità, l’entusiasmo e l’empatia di cui sono capace.

Lascio quindi ciò che, simbolicamente, posso: una carezza per tutte le alunne e gli alunni, che mi hanno regalato sorrisi e pensieri meravigliosi; una calorosa stretta di mano a tutte le famiglie, che hanno lottato e costruttivamente collaborato affinché tutti noi potessimo crescere; un abbraccio a tutti i docenti che, in ogni momento (anche quelli più bui), hanno tirato fuori energie e risorse insospettabili; un pensiero affettuoso al personale di segreteria, che, nonostante i numeri impietosi, ha garantito, garantisce e continuerà a garantire con qualità una mole impressionante di adempimenti senza i quali non esisterebbe nessuna “offerta formativa”;  un sorriso ai collaboratori scolastici, che silenziosamente e con spirito di collaborazione hanno adempiuto anche ai compiti aggiuntivi derivanti dalla pandemia.

A tutti voi dico grazie, per avermi fatto sentire sempre benvoluto, accettato e capito, senza tralasciare le innumerevoli passioni e ragioni che, per tanti motivi, rendono questo mio ritorno a casa doloroso.

Nessun organo della scuola è stato mai di ostacolo, ho visto solo impegno e collaborazione da parte di Collegio docenti, Consiglio di Istituto, RSU.  Un grazie sincero alle famiglie: sempre disponibili a dialogare, favorevoli ad ogni innovazione e sperimentazione per il bene di tutti gli alunni. Con alcuni genitori i contatti sono stati costanti, sempre per costruire insieme, per proporre soluzioni e risolvere criticità.

Con gli enti locali (sindaci, assessori, tecnici e dipendenti comunali) e i servizi del territorio (ASL, Ufficio di cittadinanza, Carabinieri e forze dell’Ordine in generale) il rapporto è stato sempre schietto e cordiale, pienamente collaborativo, anche sulle questioni più delicate e, da questo punto di vista, non posso che ringraziare tutti quanti per avermi accolto e fatto capire il territorio, dandomi il tempo di ambientarmi, ma anche la possibilità, ove possibile, di costruire nuovi percorsi.

Ringrazio anche tutte le realtà dell’associazionismo locale e del terzo settore, sempre così vicine ai ragazzi e dotate di professionalità e risorse che, per la Scuola, sono fonte costante di arricchimento dell’offerta.

Un pensiero anche alle mie colleghe dell’Orvietano, sempre vicine per aiuto e confronto e, naturalmente, a tutti i miei collaboratori, a partire dall’impagabile Giuseppe, che ciascuno nel proprio ruolo hanno fornito competenza, disponibilità e spirito di sacrificio, senza mai lamentarsi.

Ricordatevi sempre i molteplici e fondamentali significati della parola “Scuola”: formazione, educazione, aiuto, rispetto, ascolto, inclusione, sostegno, impegno, fiducia, legalità, progresso, tradizione, futuro e tanti altri. La scuola, quando tutto sembra sbriciolarsi, c’è e la pandemia lo ha dimostrato sulla pelle di tutti noi. Accompagna i ragazzi per tante ore al giorno, attraverso l’opera di persone che ci mettono impegno e professionalità, senza spaventarsi per le sfide e le difficoltà. Abbiatene sempre tutti rispetto; pungolatela, quando serve, affinché migliori e dia sempre di più, ma difendetela, come si difendono i valori più profondi di una comunità. Abbiamo fatto tanto, ma abbiate il coraggio di esigere sempre di più, da voi stessi in primis. Chiedetevi sempre cosa potete fare per migliorare, come se fosse il primo giorno.

Credo di lasciare in eredità a chi mi seguirà una scuola serena, empatica, il più possibile sorridente, capace di ascoltare e accogliere, ma al tempo stesso molto concentrata sulla sua identità, fatta di conoscenza, difesa e sviluppo del territorio e della sua biodiversità e che, pur nelle ristrettezze imposte dalle norme di contenimento del virus, si è aperta addirittura all’Europa. In questi anni difficili penso che questa sia una direzione giusta ed importante, da continuare a perseguire in sinergia con tutte le anime che fanno parte dell’Istituto. Il testimone, provvisorio, passa fortunatamente alla brava collega Antonella Meatta, che conoscete bene e che accompagnerà con sicurezza ed esperienza i processi avviati.

Ho ricevuto tanti splendidi messaggi di ringraziamento per questi tre anni insieme, che mi hanno sinceramente commosso. Ho cercato di rispondere a ognuno di questi, ma le parole sono sempre comunque insufficienti per descrivere ciò che sto provando. Tuttavia, non è il momento della tristezza, ma dei sorrisi, perché il mondo della Scuola è fatto apposta per metabolizzare gli addii ed accompagnare lo svolgersi degli anni e il susseguirsi delle generazioni. Per questo, al termine di ogni percorso, ci si saluta sempre un po’ come se fosse l’ultima volta e un po’ come se ci si dovesse rivedere il giorno dopo. Perché il sole, in effetti, sorge dopo ogni notte, anche la più buia. Grazie ancora a tutti!

 

Con grandissimo sincero affetto e immensa riconoscenza !

 

Paolo Fatiganti